
Protagonisti! a Napoli: le nuove generazioni tra arte, cittadinanza e inclusione economica

A maggio #Napoli si è trasformata, per due giorni, in un laboratorio diffuso di cultura, cittadinanza attiva e creatività. È qui che si è svolta la nona edizione di “Protagonisti! Le nuove generazioni italiane si raccontano”, l’incontro annuale promosso da CoNNGI – Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane. Questa edizione è stata organizzata insieme alla cooperativa sociale Dedalus e al centro interculturale Officine Gomitoli, con il sostegno del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Da Palazzo Caracciolo al Museo Madre, da Piazza Garibaldi al Centro Officine Gomitoli: ogni angolo ha ospitato storie, idee, visioni. Il titolo di quest’anno, “Identità in movimento – L’arte come ponte tra culture”, è stato un invito potente a riconoscere la pluralità culturale come una ricchezza. Un messaggio chiaro e puntuale: l’Italia di oggi è fatta di nuove generazioni con background migratorio e non, che non sono “il futuro”, ma il presente del Paese.
CoNNGI nasce nel 2017 per dare voce a chi troppo spesso viene escluso dal dibattito pubblico. Ragazze e ragazzi nati o cresciuti in Italia, italiani di fatto ma non sempre di diritto. Come ha spiegato Noura Ghazoui, presidente di CoNNGI: “Parliamo di giovani che non conoscono la lingua del Paese d’origine dei genitori a volte, che vivono, studiano, lavorano in Italia, ma non sempre sono riconosciuti pienamente. Il nostro lavoro tocca temi fondamentali: scuola, lavoro, salute mentale, cooperazione internazionale, empowerment femminile. L’arte ci aiuta ad aprire spazi e immaginare nuovi modi di stare insieme”.
Tra i temi affrontati, anche quello della cittadinanza, con uno sguardo critico all’attuale normativa, ferma al 1992, che impone dieci anni di residenza continuativa per poter avviare le pratiche. Una distanza enorme tra la vita reale di questi giovani e ciò che la legge ancora non riconosce.
Ma l’inclusione non è solo una questione di diritti civili: passa anche dall’autonomia economica, dall’accesso consapevole e sicuro ai servizi finanziari. Per questo, durante l’evento, si è parlato anche del progetto PAF!, pensato proprio per rafforzare le competenze finanziarie delle persone migranti, con particolare attenzione a donne e giovani. L’obiettivo del progetto è proprio quello di rendere le persone con background migratorio protagoniste anche nella gestione delle proprie risorse, promuovendo fiducia, conoscenza e accessibilità. Non si tratta solo di fare formazione, ma di costruire reti territoriali, coinvolgere operatori del sociale, istituzioni e banche, e sviluppare strumenti concreti – come guide, piattaforme digitali, kit educativi – per rendere tutto questo davvero possibile.
Molto significativa è anche la scelta di formare le nuove generazioni come facilitatori nei percorsi di educazione finanziaria. Perché chi conosce da vicino certe difficoltà può diventare guida e risorsa preziosa per altri.
Durante i panel e i laboratori, si sono alternate testimonianze forti e sincere, come quelle di Ismahan Hassen, Ruwani Perera e Fatima Ouazri della cooperativa Dedalus. Giovani donne nate e cresciute in Italia, che si impegnano ogni giorno per costruire appartenenza attraverso l’arte e la partecipazione attiva. I loro interventi hanno parlato di dignità, di desiderio di riconoscimento, ma anche di responsabilità verso una società che si vuole più giusta, più inclusiva e consapevole della sua diversità.
L’energia di Napoli ha fatto da cornice perfetta a questa due giorni di ascolto, scambio e immaginazione collettiva. Una città che accoglie, che stimola, che mette a nudo le contraddizioni del presente e allo stesso tempo suggerisce nuove possibilità, come dice Rodari: un punto di vista, è la vista da un punto; In questa occasione abbiamo avuto modo di avere più sguardi da più angolazioni, tramite la condivisione di più punti di vista.
Dopo questo appuntamento, resta forte la sensazione che sia maggiore consapevolezza che qualcosa stia cambiando, anzi che qualcosa sia già cambiato. Le nuove generazioni non aspettano più il permesso per farsi sentire: si prendono il proprio spazio, con coraggio, creatività e determinazione.
E ci ricordano che costruire un’Italia plurale non è un’utopia, ma una responsabilità concreta, che riguarda tutte e tutti, perché il nostro futuro inizia oggi.
a cura di: CONNGI