
Dall’impresa al territorio: il CoNNGI tra diversità culturale e inclusione finanziaria

In un’Italia che cambia volto ogni giorno, parlare di diversità culturale nei luoghi di lavoro è
diventata una necessità. E non solo per ragioni etiche. L’inclusione, oggi, è una leva strategica per
l’innovazione e la sostenibilità delle imprese. Lo dimostra anche il percorso del CoNNGI –
Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane – che ha partecipato, con la sua Presidente
Noura Ghazoui, al secondo incontro dell’Osservatorio Diversità & Inclusione promosso da UN
Global Compact Network Italia, ospitato nella suggestiva Sala Reale della Stazione Centrale di
Milano, grazie all’accoglienza di Ferrovie dello Stato Italiane.
Il tema dell’evento, “Multiculturalità e intercultura: la gestione della diversità culturale in
azienda”, ha aperto uno spazio di confronto concreto e necessario su come il mondo del lavoro
stia (o non stia ancora) affrontando la complessità di una società profondamente plurale. Basti
pensare che oggi in Italia un lavoratore su dieci ha un background migratorio. Eppure, questa
presenza non sempre trova riscontro nei ruoli di responsabilità, nei percorsi di carriera, nella
rappresentazione aziendale.
Nel suo intervento, Noura Ghazoui ha riportato l’esperienza del CoNNGI, ricordando che
l’associazione ha inserito nel suo Manifesto la lotta alla discriminazione sistemica come una delle
priorità fondamentali. La costruzione di ambienti lavorativi realmente inclusivi, l’accesso equo al
mercato del lavoro e la valorizzazione delle competenze delle nuove generazioni italiane sono
battaglie quotidiane. Non si tratta solo di “presenza”, ma di riconoscimento. Non basta essere
multiculturali, ha detto Ghazoui: serve una scelta interculturale. Cioè la volontà di costruire spazi
in cui le differenze non solo coesistano, ma si parlino, si contaminino, si traducano in nuove
possibilità.
Durante l’incontro sono emerse pratiche aziendali coraggiose: dall’anonimizzazione dei curricula
per ridurre i bias nei processi di selezione, all’introduzione di spazi per la preghiera nei luoghi di
lavoro, fino all’uso dell’intelligenza artificiale per accompagnare l’inserimento di persone straniere.
La diversità, se gestita con competenza e visione, diventa risorsa, non complicazione.
Accanto all’intervento del CoNNGI, sono risuonate anche le parole di Daniela Bernacchi, Executive
Director di UNGCN Italia, che ha richiamato l’urgenza di superare le barriere ancora presenti nel
riconoscimento dei titoli di studio conseguiti all’estero, nella diffusione del lavoro precario e
sottopagato, nella difficoltà per molte persone straniere di accedere a percorsi dignitosi di
crescita. Un quadro condiviso anche dalla professoressa Laura Zanfrini, che ha posto l’accento sul
potere trasformativo delle imprese e sulla necessità di dotarsi di competenze adeguate per gestire
la complessità dell’oggi.
Ma l’impegno del CoNNGI si muove anche oltre la riflessione politica e culturale. L’associazione è
infatti partner del progetto PAF! – Programma di Alfabetizzazione Finanziaria, promosso dal
Consorzio LA RADA e finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) 2021-2027 del
Ministero dell’Interno. Il progetto si propone di rafforzare l’inclusione economica dei cittadini di
Paesi Terzi, migliorando le loro competenze finanziarie e facilitando l’accesso a strumenti e servizi
bancari attraverso percorsi pensati per superare barriere linguistiche, culturali e burocratiche.
L’alfabetizzazione finanziaria, spesso sottovalutata, è invece una chiave fondamentale per favorire
l’autonomia economica e la partecipazione attiva. Il progetto coinvolge territori diversi – dalla
Lombardia al Lazio, dalla Campania alla Sicilia – proprio perché è sui territori che si gioca la sfida
dell’inclusione vera. E dentro questo scenario il CoNNGI porterà la sua forza: promuovendo il
coinvolgimento delle nuove generazioni, formando facilitatori pari, costruendo strumenti di
comunicazione accessibili e interculturali, attivando reti e comunità.
Il CoNNGI opera da anni per dare voce e spazio a chi troppo spesso viene raccontato solo
attraverso dati e statistiche. E invece sono proprio i volti, i percorsi e le storie delle nuove
generazioni italiane a costituire la linfa di una società che può scegliere di non avere paura della
complessità, ma di accoglierla come opportunità. Come diceva Tiziano Terzani, “Il primo passo per
capire l’altro è accettare che sia diverso da noi”. Solo così possiamo costruire un Paese più giusto,
più consapevole, e pronto ad affrontare il futuro.